Talete, Anassimandro e Anassimene

Talete
Talete di Mileto sosteneva che l'arché, ovvero l'elemento primordiale o principio fondamentale di tutte le cose, fosse l'acqua. 
Per Talete, l'acqua rappresentava l'elemento primordiale da cui tutto aveva origine e a cui tutto ritornava. Lui credeva che l'acqua fosse la sostanza fondamentale che costituiva la base di tutte le trasformazioni e i cambiamenti che si osservano nell'universo. Talete osservò che l'acqua era presente in molte forme, come nuvole, fiumi, mari e persino nell'umidità dell'aria. Lui notò anche come l'acqua fosse essenziale per la vita stessa, sia per gli esseri umani che per le piante e gli animali, e così utilizzò l'acqua come spiegazione razionale per l'origine e la natura del mondo. 
Anassimandro
Anassimandro sosteneva che l'arché fosse l'Apeiron, ovvero un concetto di infinito e indeterminato. L'apeiron era privo di qualità specifiche e conteneva in sé tutte le potenzialità dell'universo. Anassimandro riteneva che da questa sostanza primordiale derivassero tutte le cose e che a essa ritornassero nel loro ciclo di generazione e distruzione.
Anassimene
Anassimene, un filosofo presocratico, riteneva che l'arché fosse l'aria. Egli sosteneva che l'aria fosse la sostanza primordiale da cui tutto aveva origine e a cui tutto ritornava. Anassimene spiegava che le diverse qualità dell'aria (caldo, freddo, umido, secco) erano il risultato della sua rarefazione o della sua condensazione, infatti credeva che l'aria fosse un elemento universale che permeava tutto l'universo e che fosse la base di tutte le forme di vita.

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